Non è facilissimo quadruplicare una tassa senza dare nell’occhio. Ma l’attuale governo c’è riuscito, a dimostrazione della sua superiorità rispetto a quelli precedenti. Da parecchi anni, per chi vende oro in lingotti o monete quali le sterline, i marenghi o i krugerrand, è prevista un’imposta sul guadagno: l’aliquota è il 26% come per azioni e obbligazioni. Il discorso riguarda il cosiddetto oro da investimento, mentre restano fuori gioielli e altri oggetti d’oro.
Ma fino al 2023 la normativa considerava in modo presuntivo la plusvalenza pari a un quarto dell’incasso, nei casi di mancanza della documentazione del prezzo di carico, fattispecie tutt’altro che rara. L’imposta risultava così pari al 6,5% di quanto si ricavava dalla vendita. Dal 1° gennaio 2024 invece è il 26%, come se uno i lingotti, le monete ecc. li avesse pagati zero.
Possedere oro senza documenti d’acquisto è frequente per vari motivi che non hanno nulla a...